Una misura della risoluzione di un display a colori espressa come distanza in diagonale tra i punti di fosforo adiacenti dello stesso colore. Indica la dimensione del più piccolo punto che un monitor può visualizzare sullo schermo. Sono migliori i monitor che hanno un dot pitch di 0,28 millimetri o inferiore. Si riferisce ai monitor costruiti con tecnologia trio-shadow mask, che utilizzano punti composti da tre pixel, uno rosso, uno verde e uno blu.
La distanza tra un punto rosso (oppure verde oppure blu) e il punto rosso immediatamente successivo. Di solito varia da 0,26 a 0,51 mm. I grandi monitor per conferenze possono arrivare anche a 1 millimetro. Più piccolo è il passo tra i due punti adiacenti maggiore sarà la nitidezza. Un dot pitch di 0,31 millimetri o inferiore produce unÆimmagine abbastanza nitida per la riproduzione di testo sullo schermo. I monitor di tipo Trinitron usano un sistema un poco diverso poiché misurano la distanza tra strisce verticali anziché la distanza diagonale tra singoli punti.
Per impedire che il fascio di elettroni attivi la parte sbagliata dello schermo, i monitor a colori usano una maschera di copertura (shadow mask) costruita con un materiale metallico con cefficienti di dilatazione termica molto limitati (Invar, ad esempio) in cui sono stati praticati minuscoli forellini. Questi fori sono distribuiti in modo che il fascio elettronico possa colpirne solo una alla volta e che, una volta passato, raggiunga un solo punto sullo schermo. Minore è il diametro del foro maggiore sarà la risoluzione, anche se il diametro dei fori al centro sarà inferiore a quello dei fori periferici che il raggio colpisce obliquamente. Una cattiva regolazione tra quese differenze di ampiezza produce sfocature ai bordi.
|
|